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I paesi sul lago di Bracciano


La città di Anguillara è situata sui rilievi Sabatini, e si estende su un promontorio posto sul lato sud-orientale del Lago di Bracciano. Nel centro Italia è il terzo per estensione dopo il Lago Trasimeno e il Lago di Bolsena. Tutto questo ne fa un importante centro turistico e balneare.
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Allo stesso territorio comunale, appartengono anche le sponde del lago di Martignano, condivise con i comuni di Roma e Campagnano di Roma.
Nell’area del Parco di Bracciano sono state ritrovate testimonianze neolitiche, come testimonia il rinvenimento in località La Marmotta di numerosi reperti e manufatti datati al 5500 a.C. appartenenti ad un villaggio di sponda, il più antico dell’Europa occidentale.
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Il territorio di Anguillara Sabazia è disseminato di ruderi di ville sparse, di epoca romana, un turismo che in questa deliziosa località esisteva già. inoltre si possono ammirare resti dell’antica Via Clodia tracciata su un antico percorso etrusco,  e l’impianto dell’acqua Claudia. La cittadina sorge su di uno sperone che sembra emergere dal Lago di Bracciano. In età antica si stanziarono qui delle popolazioni dedite alla pesca e gli storici sono concordi sull’arrivo nel  periodo Repubblicano dell’antica Roma, primo o secondo secolo a.C.
Una ricca patrizia romana, Rutilia Polla, possedeva una villa sulle sponde proprio sotto la Collegiata e allevava pesce di lago per rifornire il mercato di Roma. La villa a forma di angolo si chiamava “Angularia” e da qui deriverebbe il nome Anguillara. Divenne comune autonomo nel 1790, per distacco da Roma.
Il suffisso Sabazia, derivante dal nome dell’area Vulcanica Sabatina, serve a distinguerlo da un omonimo centro del padovano, Anguillara.
Il paese fu fondato nell’XI secolo il feudo appartenne agli Anguillara, famiglia ormai estinta, e agli Orsini. In un documento conservato presso l’archivio di S. Maria in Trastevere infatti, del 2 luglio 1020, viene confermato il castrum Angularia, riportando anche nomi di alcuni abitanti affittuari della pesca nel lago.
Il territorio, nel 1000 era pressoché disabitato, apparteneva a S. Pietro ed era gestito dalla Camera Apostolica, l’organo amministrativo e finanziario della Chiesa che assegnava le terre alle famiglie che ne potevano rappresentare gli interessi e riscuotevano i tributi.
L’origine della famiglia degli Anguillara, avvenuta intorno al 950 con Raimone. La leggenda dice che intorno al X sec.  un drago terrorizzava la popolazione ma Raimone lo sconfisse in riva al lago, nel territorio ove era compresa Anguillara e il papa, grato per questo servigio, gli donò il territorio. Il drago-serpente potrebbe rappresentare una banda di predoni che terrorizzavano gli abitanti locali, fino al giorno in cui non venne sconfitta da forze guerriere. Lo stemma della famiglia degli Anguillara rappresenta due serpenti incrociati.
Il Centro Storico. Edifici e monumenti di carattere civile e religioso sono presenti nel Centro Storico e nelle aree vicine risalgono perlopiù al periodo tardo-medievale e rinascimentale. Gli edifici più antichi sono rappresentati dalle chiese di S. Salvatore e S. Andrea, assorbite dal Centro Storico e adibite a case private. Le uniche due chiese ancora attive nel Centro Storico sono le chiese di S. Biagio, inaugurata nel 1756 e la chiesa di S. Maria Assunta, le cui prime notizie risalgono ai primi decenni del ‘500, come attestano le relazioni delle Visite Pastorali compiute a scadenza periodica dal Vescovo della Diocesi di Sutri e Nepi.
L’edificio venne radicalmente restaurato nel 1700, a causa dello stato di precarietà degli affreschi e delle strutture portanti.
La nuova chiesa manteneva sostanzialmente gli elementi principali di quella del cinquecento, come l’impostazione e l’orientamento, ma ne differiva per la creazione di due navate laterali.
L’altro importante edificio è il Palazzo Orsini, oggi sede comunale, inserito in un complesso fortificato, formato da un torrione di pianta circolare, bastioni angolari collegati da un muro di cinta e da un bastione circolare. La planimetria è piuttosto irregolare, ed all’interno un ciclo importante di affreschi sono situati nella stanza della loggia, in una sala attigua e nella sala maggiore, e risultano datati  tra il 1535 e il 1539 e realizzati dalla scuola di Raffaello.
Fuori le mura del paese, oltre alle chiese della Madonna delle Grazie e della Trinità, quest’ultima recentemente restaurata, esiste il complesso di S. Francesco, formato da una chiesa e da un convento francescano abbattuto negli anni ’50, per far posto ad un’ala (poi mai costruita) della vicina scuola.
L’impostazione della chiesa è a navata unica, con un presbiterio a pianta quadrata con volta a crociera, tipicamente francescana. Una serie di affreschi adornano le pareti e il presbiterio, queste ultime realizzate dal pittore Domenico Velandi, seguace di Lorenzo da Viterbo, in cui sono rappresentate le immagini della Madonna al centro tra i SS. Apollonia, Lorenzo, Giovanni Battista, Francesco, Leonardo e Silvestro papa. Nel registro superiore vi è rappresentata la Crocifissione, oggi sparita a causa della sciagurata distruzione dovuta all’apertura della finestra in tempi moderni. La scena era rappresentata tra S. Giovanni, la Vergine e i SS. Bernardino e Antonio da Padova.
Il convento si incentrava su un cortile con al centro un pozzo e un portico ad archi e pilastri in muratura. Le volte del chiostro erano originariamente affrescate con vari episodi della vita di San Francesco, oggi completamente scomparsi.

Bracciano

Photo: By Blackcat (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons
Anche se il luogo ha restituito un importante passato etrusco è confermato un primo insediamento urbano  tra il IX e il  X secolo.
Già alla fine del IX secolo i saraceni iniziarono le loro incursioni nel territorio, saccheggiando ed incutendo il terrore tra le popolazioni. Per proteggersi gli abitanti si trasferirono all’interno delle aree fortificate o castrum, realizzate dai grandi proprietari terrieri. I proprietari diventarono di fatto i signori dei borghi che andavano formandosi, un sistema di protezione comune per tutti i centri medievali.
20170823_125328Il nome del “Castrum Brachiani”, è documentato fino al XV secolo, ed evidenzia l’origine fortificata del luogo. Verso la fine dell’XI secolo il territorio di Bracciano passò alla famiglia dei Prefetti di Vico, che trasformò il mastio esistente in una rocca e realizzò nuove fortificazioni. Il nome di Bracciano deriva dal famoso condottiero Fortebraccio, che aveva costruito diverse strutture fortificate dette “CASA DI BRACCIO”. Il cognome Fortebraccio fu assunto solo più tardi per distinguere il suo ramo dagli altri rami: BRACCI, nel senso di famiglia. La riconciliazione con Martino V nel 1418 a Firenze, permise la cessione della struttura al Papa e la successiva donazione agli Orsini (1419) che militavano nelle forze di Braccio. A suggellare l’amicizia tra i due condottieri lo stemma del braccio che regge la rosa.
20170823_122508Nel 1419 papa Martino V cedette il feudo ad un ramo della famiglia Orsini, di Tagliacozzo che trasformò il modesto borgo di pescatori ed agricoltori in una fiorente cittadina. La trasformazione della rocca dei Vico in quello che diverrà il maestoso castello attuale fu voluta da Napoleone Orsini nel 1470 e da suo figlio, Virginio.
Nel 1481 il castello ospitò papa Sisto IV, in fuga dalla peste che devastava la città di Roma. Nel 1485 le truppe papali guidate da Prospero Colonna devastarono e saccheggiarono il castello. Risalgono agli anni novanta del Quattrocento gli affreschi del castello realizzati dalla scuola di Antoniazzo Romano. Nel 1548 il dominio degli Orsini si estese fino ad Anguillara. Per difendere la città gli Orsini fecero costruire, probabilmente intorno al 1480, una nuova cinta muraria intorno al borgo, ancora oggi in gran parte esistente, nella quale fu compreso il convento di Santa Maria Novella (posto allora fuori porta). Si accedeva alla città da due porte principali dotate di ponte levatoio.
Nel 1494 il castello offrì ospitalità al re di Francia Carlo VIII ed alle sue truppe in marcia verso Napoli.
Papa Alessandro VI Borgia mosse guerra allo stato Orsini assediando nel 1496 anche Bracciano. Fu in quell’occasione che fu edificato al margine est delle mura un nuovo bastione, detto della sentinella, che oggi è divenuto uno splendido punto di osservazione dei Lago e dei Monti circostanti. Le mirabili fortificazioni del castello e del borgo resistettero all’assedio e le truppe papali lasciarono Bracciano.
Nel 1560 Paolo Giordano I Orsini ricevette dal papa Pio IV l’investitura di duca di Bracciano e i suoi eredi amministrarono il feudo fino al 1696. Un forte sviluppo economico si verificò a seguito delle attività economiche impiantate dal duca: lavorazione del ferro e dello zolfo e la lavorazione degli arazzi. Il paese, grazie a questo momento di incremento economico, aveva nel 1575 settecento famiglie, quindi presumibilmente 3.000-3.500 abitanti.
Le difficoltà economiche degli Orsini portarono alla vendita di Bracciano e del rango ducale, che furono acquistati nel 1696 dalla famiglia Odescalchi, alla quale tuttora appartiene il castello.


Nel 1803 il Ducato fu venduto da Livio II Odescalchi, in difficoltà economiche, alla famiglia Torlonia. Anni dopo, nel 1848, il nipote Livio III Odescalchi lo riacquistò con la dote della moglie, la principessa polacca Sofia Branicka.
Nel 1894 venne inaugurata la ferrovia Roma-Viterbo, che passa per Bracciano.
Il 9 agosto 1910 la Scuola d’Artiglieria da Fortezza venne stabilita a Bracciano, ove già dal 1894 esisteva un poligono di tiro e nel 1920 divenne Scuola Centrale di Artiglieria.
Trasferita nel 1925 a Civitavecchia, nel 1945 fece definitivamente ritorno a Bracciano, col nome di Reggimento di Addestramento di Artiglieria, cambiato l’anno successivo in quello di Scuola di Artiglieria.
20170823_150414La cittadina di Bracciano, capoluogo dei monti Sabatini,  con il suo castello oggi è meta turistica e luogo di grandiosi eventi e ricevimenti, e ha l’accesso dalla corte d’Onore. Nell’ala nord della parte bassa del castello si possono ammirare le armerie antiche sovrastate dalla Sala dei Cesari decorata con un affresco di Antoniazzo Romano, e dalle sale del trittico con opere del ‘400 -‘500, e dalla sala di Pisanello, opere fiamminghe e la Sala degli Orsini e di Isabella.
Nel secondo piano sono interessanti da visitare la Sala delle Armi e l’arredamento  in stile Sala Gotica. Dalle cinque Torri (una non è sopravvissuta che in parte) si gode un ottimo panorama. Sull’omonimo lago si affacciano altri due paesi (Anguillara Sabazia e Trevignano). Una leggenda narra che sotto le acque del lago di origine vulcanica esista una parte della città sommersa; la parte emersa sarebbe stata denominata Bracciano in seguito alla forma presa.
Duomo di Santo Stefano
20170823_123204Duomo di Santo Stefano, è la chiesa principale del paese. La chiesa venne edificata all’epoca dei Prefetti di Vico intorno al 1200 ma, la mancanza di una documentazione esauriente, non permette una ricostruzione certa dall’antico impianto, la cui fase evolutiva termina intorno al 1600. In quest’epoca infatti, l’edificio venne completamente ristrutturato per rispondere alle nuove esigenze del paese, notevolmente ampliatosi.
Con il rifacimento seicentesco, la chiesa assunse una planimetria a croce latina, con tre navate divise tra loro da due file di pilastri, che prendono luce da una serie di finestroni che si aprono sulle laterali.
Al settecento risalgono gli ultimi consistenti lavori di manutenzione, con il rifacimento dell’intera facciata.
Chiesa di Santa Maria Novella
Il complesso conventuale di Santa Maria Novella ha origine nel 1436 per volontà del cardinale Giordano Orsini. Papa Eugenio IV consentì al cardinale di donare all’ordine agostiniano una casa per fondare un convento fornito di Chiesa, campanile e orti. Una lapide posta all’interno della chiesa riporta al 1580 la data della consacrazione ufficiale della chiesa che vi fu costruita. Il campanile fu ultimato solo nel ‘600.
Il chiostro del convento
Intorno al XV secolo il paese aveva avuto una notevole espansione demografica e urbana: erano state ampliate le mura, nelle quali era stato compreso il nuovo convento. Risale a questo periodo il pozzo attualmente posto al centro del chiostro, che testimonia con uno stemma Orsini-Medici le nozze, celebrate nel 1553, tra Paolo Giordano Orsini e Isabella De’ Medici. A seguito dei lavoratori di ampliamento del ‘600, si costruì il chiostro (in cui venne inserito il preesistente pozzo) con un piano loggiato e vennero acquistati e inseriti nel convento altri edifici confinanti.
Il lento declino degli ordini religiosi iniziato nella seconda metà del ‘700 si concluse alla fine dell’800, quando lo Stato Italiano soppresse diversi conventi e ordini religiosi. A Bracciano i frati lasciarono il convento, che fu acquisito dal Comune nel 1873. L’amministrazione comunale utilizzò l’edificio in vari modi e dal 2006 è la sede del Museo Civico di Bracciano. Il Museo Civico di Bracciano, inaugurato il 1º aprile 2006, si pone come strumento di conoscenza e valorizzazione dei beni culturali della città di Bracciano, in provincia di Roma e del suo territorio. Le sue collezioni illustrano la vita di Bracciano nel corso dei secoli, dai primi insediamenti etruschi fino al XIX secolo.
Chiesa di San Lorenzo,
La chiesa di San Lorenzo sorge sulla piazza della frazione di Pisciarelli, nel comune di Bracciano. La struttura è a navata unica: Ai lati ci sono quattro cappelle circolari. Al periodo della costruzione è anche da ascrivere l’altare maggiore. L’affresco dell’abside è del 1745 e raffigura l’Assunzione con san Lorenzo e San Francesco. L’autore è Vincenzo Strigelli di Viterbo. La chiesa custodisce anche una tavola cinquecentesca attribuita a Pedro Fernandez di Murcia.
Tenuta di San Liberato, Vicarello
La tenuta di San Liberato si trova fra distese di boschi e colline che digradano dolcemente verso il Lago di Bracciano, nei luoghi ove un tempo sorgeva la città di Forum Clodii. Deve il suo nome alla chiesa romanica fondata dai Padri Agostiniani. Sita sulle rive del lago di Bracciano. Vicarello è una frazione del comune di Bracciano, in provincia di Roma. Si trova a 7 km da Bracciano sulla strada che porta a Trevignano Romano (Strada Provinciale 4/a Via Settevene-Palo) su una collina che si affaccia sul lago, all’interno del territorio del parco naturale regionale di Bracciano – Martignano.
Palazzo Patrizi è un edificio di origine baronale che si trova a Castel Giuliano, una frazione del comune di Bracciano. Inizialmente feudo di proprietà Orsini, divenne di proprietà Patrizi Naro Montoro intorno al XVI secolo. Il palazzo nasce su un antico insediamento romano. Durante il medioevo fu edificato un castello di proprietà della Famiglia Venturini, che successivamente passò nelle mani degli Orsini. Dal ‘500 il feudo è di proprietà della famiglia Patrizi Naro Montoro, che restaurarono l’edificio trasformandolo in un palazzo signorile. Le sale interne del palazzo sono interamente decorate con pitture ad affresco realizzate da Giuseppe Passeri. Il palazzo conserva oggi un giardino recentemente curato, dove si coltivano diverse varietà di rose. Il palazzo apre al pubblico per due giorni nel mese di maggio, durante la festa delle rose.
20170823_150459La Chiesa di Santa Maria Del Riposo, sulla Via del Lago, è la chiesa cinquecentesca posta appena fuori del centro storico di Bracciano. Qui oltre a godere della vista della modesta ma raffinata chiesina si può godere di uno dei più belli panorami sul Lago di Bracciano.
Sulla facciata della chiesa sono presenti due colonne che reggono un timpano. La Chiesa ha una struttura a pianta centrale con due cappelle laterali, con splendidi dipinti al loro interno: “L’Assunzione della Vergine”, nella cappella di destra e “La Strage degli Innocenti”, nella cappella di sinistra. L’edificio sacro sorge su una chiesa preesistente titolata “Santa Maria Del Sasso”, di cui resta unico testimone l’immagine della Madonna  sul fondo della chiesa. Venne consacrata nel 1573.
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La chiesa nel complesso semplice ospita l’affresco, del 1585 (?), che occupa tutta la superficie interna ed attribuito a Federico Zuccari massimo esponente del manierismo romano, già conosciuto a Bracciano per il lavoro o svolto in alcune sale del castello Orsini, intorno al 1560 insieme al fratello Taddeo.
Rimuovendo, durante un restauro, un altare di età ottocentesca, si è scoperta una Madonna con Bambino del 1400, forse parte della cappella di origine.

Trevignano

Trevignano Romano è situato fra la costa settentrionale del lago di Bracciano e le pendici di una rupe ove sorgeva la Rocca degli Orsini in gran parte distrutta nel 1496. E’ posto sulle alture dei Sabatini,  su un’insenatura del lago di Bracciano
Costituisce il vertice superiore di un ideale triangolo equilatero ai cui vertici opposti si trovano gli altri due comuni lacustri maggiori, Bracciano (a sud-ovest) e Anguillara Sabazia (a sud-est).

Nello stemma del comune creato forse nel XIV secolo, compaiono tre viti, ma il nome in realtà richiama il toponimo “Trebonianum“, del quale pur non conoscendo le origini, si hanno prove sicure dell’esistenza storica di un antico fondo chiamato appunto Trebonianum  e viene citata dal Nibby,  una villa augustea chiamata “triboniana”.
Rimane dunque incerta l’origine della parola Trebonianum ma è certo che il nome derivi da una delle parole citate sopra, piuttosto che, come è convinzione popolare dalle tre viti presenti nello stemma. La fascia bandata d’argento e di rosso che compare nello stemma richiama lo stemma della famiglia Orsini, analogamente alla rosa (rosa ursina) che compare nello stemma del vicino comune di Bracciano.
Chiesa della Madonna Assunta in cielo
La chiesa  è posta sopra il centro storico, e vi si apprezza un panorama stupendo. Fu eretta verso il 1500 e dedicata alla Madonna Assunta in cielo, sulle fondamenta di un antico edificio sacro in stile gotico, venne poi ristrutturata completamente sul finire del ‘700.  Il campanile è stato ricavato da una delle torri della rocca e conteneva 4 campane, oggi ne restano solo due; una completamente restaurata per via di una spaccatura. All’interno si possono osservare interessanti opere come  l’affresco dell’abside che ha come soggetto la dormizione, o morte, della Madonna e la sua assunzione e incoronazione in cielo. L’opera venne compiuta nel 1517 da un pittore della scuola di Raffaello. Certi particolari indicano che il maestro, se non ha collaborato direttamente all’esecuzione dell’opera, ne abbia almeno tracciato il bozzetto.
Ruderi della “Rocca”
Eretto verso il 1200 per ordine del papa Innocenzo III, il castello fu in seguito reso più possente sotto gli Orsini. Erano tre le cinte murarie che dal lago alla sommità della collina difendevano il borgo.
Il Castello di Trevignano
Sul lato nord la fortezza era difesa da una trincea che la separava dall’altipiano antistante, mentre a sud la difesa naturale era il lago. Le distruzioni arrecate dai soldati del Borgia nel 1497, l’incuria cui è stata per secoli lasciata, l’offesa delle intemperie e alcune piccole scosse telluriche, hanno ridotto oggi questa poderosa fortezza ad un cumulo di rovine. Recentemente il territorio circostante è stato riassestato e oggi è possibile accedere ai ruderi attraverso un sentiero.
Comune e Museo Civico di Trevignano
Si ritiene che Trevignano sia stato il sito della città etrusca di Sabate, di cui però non è stata trovata traccia, se non un’estesa necropoli ad est e ad ovest del paese. Alcuni corredi delle tombe a camera del VII-VI secolo a.C., sono visibili nel Museo Civico situato al pianterreno del palazzo del Comune.
Tra gli oggetti esposti, reperti vascolari di bucchero e di bronzo, borchie, fibule e ornamenti d’oro e ambra. Dalle ricche tombe Annesi-Piacentini e dei Flabelli scoperte intatte nel 1965, un grande flabello bronzeo, finemente decorato e due anforoni elegantemente dipinti di tradizione orientalizzante. Altri reperti etruschi di grande valore sono costituiti dalla sepoltura intatta di un guerriero dell’VIII secolo a.C., ancora dotata del suo corredo di armi e dai resti di due carri.
Il museo è aperto dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13; il sabato dalle 9 alle 13 e nel pomeriggio dalle 15 alle 19 (dal 1º ottobre al 31 marzo) e dalle 16 alle 20 (dal 1º aprile al 30 settembre). La domenica l’apertura è dalle 9 alle 13. L’ingresso è gratuito.

Eventi

  • Ad aprile a Trevignano Romano si svolge la Marathon del lago di Bracciano, una manifestazione ciclistica di mountain bike.
  • Ogni prima e terza domenica del mese si svolge il mercatino dell’artigianato e dell’antiquariato, nella Piazza del Molo e sul Lungolago.
  • Ogni weekend “I Falchi di Rocca Romana” aprono al pubblico per la dimostrazione di volo rapaci: aquile, poiane, falchi e gufi in volo libero.

    Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano

    DSCN0672Istituito nel 1999, il parco tutela l ampio complesso naturalistico e culturale dei Monti Sabatini, abbracciando i paesi di Anguillara, Bassano Romano, Bracciano, Campagnano, Manziana, Monterosi, Oriolo Romano, Roma, Sutri, e Trevignano, paesi compresi tra Viterbo e Roma. L’ampio territorio è di origine vulcanica ed  caratterizzato dalla presenza di due laghi Bracciano e Martignano e di notevoli distese a bosco, con castagneti che molto probabilmente furono introdotti dai romani. La fauna che popola il Lago è particolareDSCN0682 ma vanno citati per primi gli uccelli acquatici e sono disponibili diversi tracciati percorribili a piedi in bici o a cavallo. Il Lago di Martignano di 2,5 q. di estensione occupa una conca originata dall’eruzione. A causa della sua isolata posizione le sponde  e le acque sono rimaste integre e popolate da una ricca fauna: la gallinella acquatica, la folaga, l’airone cenerino, la garzetta, il germano reale, il martin pescatore e il tuffetto.

    Monterano

    4a0ea39c-1a9e-4e8f-ad6a-c25c22bf3de9Monterano anche se non propriamente  situata sul lago, si trova nelle immediate vicinanze ed è talmente affascinante che va segnalata per una visita. Si tratta di una città fantasma situata nella provincia di Roma. Arroccata su di un’altura di tufo è parte della Riserva naturale regionale Monterano.
    Le rovine dell’antico borgo di suggestiva bellezza, e la vicinanza con Roma, sono state utilizzate come set per molti film. Alla base della collina si trovano le solfatare, seguite poco oltre dalla cascata della Diosilla. Il territorio circostante è ricco di acque termali di sorgenti, di cui sono famose le terme di Stigliano, attrezzate per il turismo che ne apprezza le proprietà, e che sono a circa 3 km.
    Posto nel  territorio di Manziana e di Canale Monterano, il luogo era consacrato dagli Etruschi al dio dell’oltretomba Manth da cui  il nome di Silva Mantiana, un’ area a boschi che coprivano le colline  del Lago di Bracciano. 
    L’associazione tra il bosco ed il dio degli Inferi Manth deriva forse dalla foresta tetra e oscura e dalle polle di acqua sulfurea, che si pensava emanassero dal mondo sotterraneo dell’aldilà. Monterano fu un villaggio del bronzo, di cui abbiamo materiali archeologici riferibili alla fase del Bronzo finale (sec. XI a.C.). Dal VII secolo a.C. qui era stanziato un centro etrusco di cui sono state rinvenute numerose tombe. Dopo la conquista di Veio (396 a.C.) cadde sotto il controllo di Roma di cui restano tracce di un mausoleo a valle dell’abitato e le sepolture ad arcosolio scavate nella parete tufacea che dimostrano come Monterano restò in auge come un piccolo borgo per tutta l’età romana. Numerose erano le ville diffuse nelle campagne circostanti
    Tra il VI e la prima metà del VII sec. d.C. la sede vescovile della vicina Forum Clodii fu trasferita a Monterano: la diocesi comprendente le terre tra il Lago di Bracciano e i monti della Tolfa mutò così il nome da diocesi di Forum Clodii in diocesi di Monterano. Dal 590 circa Monterano fu incluso nel Ducato romano sotto amministrazione dell’Impero bizantino. Dal 752 Monterano entrò nel Patrimonio di S. Pietro, come primo nucleo dello Stato Pontificio. La diocesi è documentata fino al X secolo ed in seguito fu annessa a quella di Sutri. Nell’XI secolo il feudo divenne proprietà dell’abbazia di San Paolo in Roma, che come in tutte le proprietà controllate, costruì nel borgo una torre quadrangolare le cui strutture furono poi inglobate nel palazzo ducale. L’abitato divenne feudo degli Anguillara nel XIV secolo, quindi ducato in mano a famiglie vicine al Papato che si succedettero nel tempo, tra cui i Colonna (dal 1424) e i Della Rovere. Il 3 luglio 1487 Bartolomeo Della Rovere vendette Monterano (assieme a Cerveteri) a Franceschetto Cybo. Nel settembre del 1492 Gentile Virginio Orsini, già proprietario del Castello di Bracciano, acquistò da Franceschetto Cybo il Castello di Monterano e i suoi terreni e li concesse al figlio Carlo Orsini.
    f5153630-3205-475c-9e95-3e1eafc94539Monterano nel ‘700 era legata allo sfruttamento delle miniere di zolfo intorno all’abitato;
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    Nell’ottobre del 1671 il feudo entrò nelle proprietà della famiglia Altieri (papa Clemente X) che intraprese lavori di abbellimento e  miglioramento della qualità di vita dei suoi abitanti:  la realizzazione del maestoso acquedotto a due ordini di arcate nel tratto terminale e l’edificazione della chiesa di San Bonaventura, con annesso convento.

    Nei secoli successivi gli Altieri trascurarono il feudo di Monterano, e favorendo un graduale spopolamento del borgo, anche per via della malaria che aveva colpito il borgo.
    84c50148-0303-429b-84db-715fea89f420Quando nel 1798 le truppe francesi entrarono a Roma per porre fine al potere temporale del papa e instaurare la Repubblica romana, gli abitanti di Monterano e quelli di Tolfa litifarono a causa di un carico di grano. Il pretesto fu usato dalle truppe francesi per attaccare e saccheggiare il paese; I pochi abitanti rimasti furono abbandonarono il sito e si rifugiarono nei centri vicini tra cui Canale, che si sviluppò come abitato di Canale Monterano.




    Pur essendo disabitata, dal 1966 Monterano è nominalmente una sede vescovile titolare della Chiesa cattolica, con il doppio titolo di Monterano/Forum Clodii.
    Una campagna di restauri è stata promossa dal comune di Canale Monterano a partire dal 1995.
    Dal 1799 gli edifici di Monterano giacciono in uno stato di rovina che conferisce al luogo un grande fascino:
    L’acquedotto, recentemente restaurato dalla Provincia di Roma, struttura a doppie arcate ancora in ottimo stato di conservazione.
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    Il circuito murario. Ad est era la porta Romana, oggi poco visibile, che costituiva la via più rapida per entrare nell’abitato per chi proveniva dalla via Clodia e dunque da Roma; era protetta dalla mole del castello.
    La cattedrale di Santa Maria Assunta, sembra fondata nel XII sec.
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    Il palazzo ducale o castello Orsini-Altieri è l’edificio più imponente del borgo, eretto in posizione dominante nella parte settentrionale dell’abitato.
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    La chiesa di San Rocco, affacciata su piazza Lunga e adiacente al palazzo ducale, risale verosimilmente al XV sec. L’interno a navata unica conserva l’abside con l’altare. Ai fianchi della navata si aprono due piccole cappelle.

    La chiesa di San Bonaventura con l’annesso convento furono costruiti tra il 1677 ed il 1679 su impulso della famiglia Altieri e affidati inizialmente agli Agostiniani Scalzi, poi a preti secolari e dal 1719 agli eremiti servi di Maria di Monte Senario. L’elegante architettura fu progettata da Gian Lorenzo Bernini e innalzata al di fuori del borgo, in asse con la porta di San Bonaventura. La chiesa è a navata unica con due cappelle laterali, con cupola estradossata (non conservata) munita di lanterna. La facciata era inquadrata da due campanili. Alle spalle si apriva un grande chiostro a tre lati su cui affacciavano le celle del convento, opera di Mattia de Rossi su progetto del Bernini. Nello spazio antistante la facciata il piazzale è abbellito da una fontana ottagonale. Una rappresentazione della chiesa è in un dipinto del 1781 di G. Barbieri nel palazzo Altieri di Oriolo Romano.
    Il cavone è una tagliata viaria etrusca scavata a mezzacosta lungo le pendici meridionali della collina, attualmente non percorribile a causa della caduta di massi dall’alto;

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La leggenda di San Giorgio e il drago, è legata alla diffusione di leggende apocrife che narrano le gesta di un cavaliere che sconfigge il male rappresentato dal drago.  A Riano San Giorgio è il patrono del paese e al santo è stata dedicata La chiesina che si trova  fuori le mura (extra moenia). La sua posizione depone per una chiesa molto antica. Citata per la prima volta nel 1627 dal Vescovo Giovan Battista Deti, successivamente è presente nel resoconto stilato per la diocesi di Porto compilato da  Carlo Bartolomeo Piazza (1632-1713), nel 1703 dove viene definita prima chiesa parrocchiale di Riano e curata da un Eremita, del romitorio oggi demolito. Infine è Giuseppe Tomassetti (1848-1911),  la ritiene di epoca trecentesca per le testimonianze pittoriche,  mentre la campana bronzea ha Incisa come data 1442. Restaurata nel 1988 e poi nel 1997,  È presente nell'elenco dei beni del ministero della cultura e i suoi affreschi vengono datati metà del XV secolo....

Nazzano - Serata Romana

 

La Passione a Sacrofano

📢 Dal Territorio 🌍 MARTEDÌ 15 APRILE IN SCENA: “LA PASSIONE DI CRISTO” PROGETTO TEATRALE DI GIUSEPPE RIZZO  Martedì 15 aprile alle 20.30 andrà in scena, in Piazza San Biagio, la storia della Passione di Cristo, progetto teatrale di grande impatto emotivo, a cura di Giuseppe Rizzo. L’evento, realizzato dall'Associazione Lions Club Sacrofano-Formello con il patrocinio  e la collaborazione del  Comune, della Parrocchia e della Pro Loco Sacrofano, avrà una durata di circa 2 ore. Nello specifico la rappresentazione vedrà: l’ingresso trionfale a Gerusalemme, la cospirazione di Giuda, Ultima cena, Orto degli Ulivi, Sinedrio, Ponzio Pilato, incontro di Giovanni con Maria e Maddalena, Via Crucis, Impiccagione di Giuda, Crocifissione. Ingresso libero.