
Fiano Romano è considerato uno dei centri della lega capenate. Diverse però sono le teorie ipotizzate dagli storici sulle origini. Per alcuni Fiano Romano nasce dopo la conquista di Capena da parte dei Romani, quando i superstiti si spostarono nei colli vicini creando altri centri: Civitella, Fiano, Castelnuovo, Morlupo e Rignano. Secondo un’altra teoria Capena si sarebbe arresa e consegnata ai Romani continuando la sua storia e integrandosi con Roma.
Percorso storico – Fiano Romano
Foto di Roberto Biagi – Comuni-Italiani.it Fiano Romano.
Percorso Storico
Fiano Romano è considerato uno dei centri della lega capenate. Diverse però sono le teorie ipotizzate dagli storici sulle origini. Per alcuni Fiano Romano nasce dopo la conquista di Capena da parte dei Romani, quando i superstiti si spostarono nei colli vicini creando altri centri: Civitella, Fiano, Castelnuovo, Morlupo e Rignano. Secondo un’altra teoria Capena si sarebbe arresa e consegnata ai Romani continuando la sua storia e integrandosi con Roma. I territori di Capena secondo quest’ultima teoria comprendevano anche Civitella e Fiano formando un centro di 5.000 abitanti sparsi quindi su un ampio territorio. In seguito con le invasioni barbariche si spostarono sulle alture di Fiano e Nazzano. Anche il centro di Lucus Feroniae aveva perso la sua importanza dopo la diffusione del cristianesimo.
Questi territori sono ricchi di testimonianze della fusione con Roma. Ville schiavistiche e agricole sorsero un po’ ovunque per soddisfare il bisogno di derrate alimentari della grande città.
Dopo la fine dell’impero, durante il medioevo, iniziò a rafforzarsi il potere della chiesa, e i territori vennero organizzati dall’unica forza che in quel momento dimostrava autorità. Iniziò la fondazione dei monasteri benedettini ai quali venne affidato tutto il nostro territorio.
Fiano (Fundus Fianus o Flavianus o Flaganus) era compreso nella Provincia denominata “La Teverina” sotto la diocesi di Porto, controllata dai Monaci Benedettini di S. Paolo; il “Fundus” viene nominato per la prima volta nel diploma di Lotario I dell’anno 840 per l’abbazia di Farfa.
Nel 1013 è ricordato tra i beni che Benedetto VIII aveva donato a Farfa; nel 1058 i conti di Galeria donarono ai monaci la Chiesa di “Sancta Maria ad Pontem de Flaiano” e quella di S. Biagio “infra castellum de Flaiano”.
Nel 1081, una bolla di Papa Gregorio VII riconosce il “Castellum” Flaianum di proprietà del monastero di S. Paolo. Nel 1139, l’abate di S. Paolo rivolge a Papa Innocenzo III la protesta per l’usurpazione del Castello operata dagli eredi di Tebaldo da Cencio.
In seguito, Papa Alessandro III e gli imperatori Federico I ed Enrico IV confermeranno con atti ufficiali i diritti dei benedettini di S. Paolo su Fiano.
Nel 1300 gli Orsini acquistarono circa la metà di Fiano; l’altra metà tra il 1404 e il 1406, per opera di Paolo Orsini.
I discendenti di Paolo Orsini vendettero, poi, Fiano con Morlupo e Monte la Guardia, per 10.000 fiorini ai Colonna, ma nel 1443 Fiano e Scorano vengono divisi tra il Monastero di S. Paolo e Orso Orsini.
In seguito, Papa Alessandro III e gli imperatori Federico I ed Enrico IV confermeranno con atti ufficiali i diritti dei benedettini di S. Paolo su Fiano.
Nel 1300 gli Orsini acquistarono circa la metà di Fiano; l’altra metà tra il 1404 e il 1406, per opera di Paolo Orsini.
I discendenti di Paolo Orsini vendettero, poi, Fiano con Morlupo e Monte la Guardia, per 10.000 fiorini ai Colonna, ma nel 1443 Fiano e Scorano vengono divisi tra il Monastero di S. Paolo e Orso Orsini.
Nel 1478 governava Fiano Paola Orsini e nel 1489 la città apparteneva a Niccolò III Orsini che fu (1442-1510) il più importante Signore di Fiano: conosciuto da tutti come un grande generale, era anche conte di Nola, Pitigliano e Sovana, a Fiano fece costruire (1489-1493) il Castello Ducale (su disegno di Giuliano da Sangallo), che ha avuto l’onore di ricevere nel 1493 la visita di Papa Alessandro IV Borgia, accompagnato da personaggi notevoli, come il giovanissimo cardinale di Valenza (Cesare Borgia) e il cardinale Piccolomini (futuro Papa Pio III).
Alla morte di Niccolò III, i due figli legittimi, Ludoviso e Aldobrandino litigarono a lungo per il possesso di Fiano e per risolvere la questione nel 1514 il Papa Leone X dovette inviare come mediatore Giordano Orsini.
Fiano appartenne agli Orsini fino al 1600, quando Alessandro lo vendette a Caterina de’ Nobili, madre del Cardinale Francesco Sforza, il quale nel 1607 ottenne il titolo di Duca di Fiano per Sforzino, suo figlio naturale.
Nel 1621, Orazio Ludovisi, generale della Chiesa, comprò il Ducato di Fiano e nel 1690 lo rivendette a Papa Alessandro VIII, che lo cedette a Marco Ottoboni.
Alla morte di Niccolò III, i due figli legittimi, Ludoviso e Aldobrandino litigarono a lungo per il possesso di Fiano e per risolvere la questione nel 1514 il Papa Leone X dovette inviare come mediatore Giordano Orsini.
Fiano appartenne agli Orsini fino al 1600, quando Alessandro lo vendette a Caterina de’ Nobili, madre del Cardinale Francesco Sforza, il quale nel 1607 ottenne il titolo di Duca di Fiano per Sforzino, suo figlio naturale.
Nel 1621, Orazio Ludovisi, generale della Chiesa, comprò il Ducato di Fiano e nel 1690 lo rivendette a Papa Alessandro VIII, che lo cedette a Marco Ottoboni.
Per più di duecento anni, gli Ottoboni furono i proprietari del Ducato di Fiano fino al 1897, quando la proprieta’ fu venduta al costruttore Carlo Menotti per 900.000 lire. Al termine della Prima Guerra Mondiale una parte della tenuta fu ceduta per una cifra irrisoria agli ex combattenti, mentre durante il periodo fascista l’amministrazione delle terre fu affidata al conte Orsolino Cencelli. Il movimento contadino fu protagonista di importanti lotte negli anni 1919-20 per l’assegnazione delle terre incolte o malcoltivate, lotte che ripresero con vigore al termine della Seconda Guerra Mondiale e che finirono solo nel 1950 quando, con pubblici sorteggi, furono assegnate le terre. Il Castello Ducale fu invece comperato dal Comune di Fiano che compensò la Congregazione delle Suore Domenicane con la costruzione di un meraviglioso complesso alle falde di una collina vicinissima al centro di Fiano, che ospita numerosissimi bambini della Scuola Materna delle Suore.Percorso Artistico a Fiano Romano
Il Castello
Il castello degli Orsini a Fiano fu più volte adattato alle esigenze dei signori che lo abitavano durante il medioevo. E’ nel 1493, con Niccolò III Orsini, che viene realizzato un intervento piuttosto importante che conferisce al castello il gusto raffinato del rinascimento.
L’aspetto architettonico è quello di un rettangolo nella parte principale, e due torri difensive sono poste a protezione del castello. Una, imponente, rappresenta il mastio ed è di forma circolare, alta 30 metri con spesso mura di 2,70 mt. La seconda è quadrangolare a scarpata nella parte bassa.
Nel cortile svetta il mastio mentre le sale interne sono precedute da doppio ordine di archi a tutto sesto.
Una scalinata dal cortile conduce al piano nobile dove una terrazza che si affaccia su tutto il territorio della Sabina è adornata da merlatura guelfa.
L’ala quattrocentesca fu innalzata da Niccolo III Orsini.
Sala Montefeltro. Si tratta di una sala ornata da fregi intarsiati e scolpiti in legno, che ricorda lo studio di Guido da Montefeltro;
Sala Studio Orsini è stata affrescata con gli stemmi dei Signori e di Niccolò III Orsini. In una teca ove veniva conservato l’olio santo vi sono le immagini di 4 santi: San Girolamo, San Giovanni Battista, San Rocco, Santa Caterina d’Alessandria.
Sul frontone del camino sono scolpite le iniziali della moglie di Niccolò III Orsini ed un’orsa che tiene un compasso.
Sala della Guardia che attualmente viene utilizzata come sala convegni e per matrimoni.
Sala del Coro, una piccola sala affrescata con soffitto a decorazione ad architravi.
Sala dello Zodiaco. Vi sono 12 affreschi delle 12 costellazioni e degli stemmi di famiglie imparentate con gli Orsini. Sul soffitto, di forma a volta a botte, è posta un’orsa stemma degli Orsini.
Sala delle Vergini o sala blu. In alcune lunette sono rappresentate quattro donne che annunciano la nascita di cristo che posano lo sguardo verso un punto misterioso.
Sala del Cristo. Sul soffitto è ridondante lo stemma degli Orsini. Al centro spicca il sacro Cuore.
Sala degli Ubaldini. In questa sala sono rappresentati gli stemmi delle famiglie imparentate con gli Orsini.
Sala del melograno. Alcuni discutibili restauri recenti hanno alterato gli affreschi . Sul soffitto, tuttavia, si riescono a scorgere degli affreschi floreali di puro gusto rinascimentale ed un camino datato 1493.
Chiesa di Santo Stefano Nuovo
Costruita a partire dalla 2ª metà del XV secolo e rimaneggiata, secondo attestazioni storiche dell’Archivio di Stato, nel 1774.
La chiesa ha una pianta a 3 navate sormontate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri di travertino.
L’altare è sito dietro un arco di trionfo racchiuso entro un timpano sorretto da 2 colonne con capitelli corinzi.
Al centro è posto un quadro di Antonio del Massaro, detto il Pastura, rappresentante la Madonna tra i santi Giovanni Battista, Stefano, Biagio e Pietro.
Al centro è posto un quadro di Antonio del Massaro, detto il Pastura, rappresentante la Madonna tra i santi Giovanni Battista, Stefano, Biagio e Pietro.
Sulla navata destra vi è il mausoleo di Niccolò III Orsini, degli affreschi provenienti dalla Chiesa di Santa Maria ad Pontem e la cappella dell’Annunziata (già degli Orsini) nel cui interno vi sono una tavola del Cristo Salvatore e degli affreschi attribuiti alla scuola del Pinturicchio.
Sulla navata sinistra vi è il sarcofago di Pietro Gregorio Ottoboni Boncompagni Ludovisi duca di Fiano ed una campana del 1278 realizzata da Guidotto da Pisa dedicata a San Martino.
Altri affreschi portano la cappella ornata di abside, di un crocifisso in legno ed un altare con basamento di pietra (forse originariamente un pilastro).
Anticamente questa cappella constava di affreschi.
Anticamente questa cappella constava di affreschi.
- Chiesa di Santa Maria ad Pontem
La chiesa di Santa Maria ad Pontem è una chiesa sconsacrata sita in via Santa Maria 1, nella periferia sud-orientale di Fiano. Il nome è dovuto alla posizione ‘al ponte’ (sul Tevere) rispetto all’abbazia di Farfa.
L’annesso monastero fu dei Silvestrini e secondo alcune fonti fu fondato nel 1303 mentre altre fonti presso l’abbazia di Farfa la vogliono edificata presso l’anno 1058.
La chiesa, nonostante sia stata riedificata, mantiene il precedente impianto della pianta del transetto.
Alcuni affreschi, staccati dalle pareti della chiesa durante alcuni restauri, vengono esposti nella chiesa di Santo Stefano.
Camassei narra d’un affresco della Madonna presente nella chiesa e di una campana proveniente dall’Inghilterra del periodo di Enrico VIII.
- Santo Stefano Vecchio
È sita poco fuori dalla città, e malgrado fosse la chiesa principale di Fiano Romano, ora risulta ceduta a privati. L’interno ha pianta basilicale, fu cenobio benedettino, presenta stile romanico dei secoli XII e XIII ma con svariati rimaneggiamenti e restauri successivi. Le 3 navate sono separate da 10 colonne per parte in granito. I capitelli sono tutti quanti diversi e constanti di un pilastro centrale ognuno. Ai 2 lati del portale d’ingresso vi sono un candelabro per parte realizzati in bronzo a colonne tortili con spirali richiamanti le piante di alloro ed alti circa 3 metri ciascuno. L’altare odierno è sito nella parte absidale al posto del vecchio ciborio e realizzato in marmo greco. Il ciborio è stato portato dapprima nel collegio irlandese di Roma, poi al Metropolitan Museum di New York dov’è esposto tuttora. Il campanile consta di 3 ordini di finestre, a partire dal basso: bifore, trifore, monofore.
Villa dei Volusii
Complesso residenziale extraurbano di età romana
Durante i lavori per la costruzione dell’autostrada del Sole nel 1961 fu ritrovata l’antica villa romana. Purtroppo i lavori nella fase precedente del rinvenimento procurarono la distruzione di parte del complesso, che inoltre venne tagliato in due dalla rampa di accesso all’autostrada. Dal 1962 al 1971 la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, con la collaborazione della Società Autostrade, procedette allo scavo integrale della parte centrale del vasto complesso; e successivamente alla sua sistemazione e fruizione, con il restauro delle strutture e dei pavimenti a mosaico, e l’allestimento di un piccolo antiquarium . Da ultimo sono state realizzate idonee opere di copertura a protezione degli ambienti mosaicati. La grande villa d’otium presso il Lucus Feroniae fu edificata intorno alla metà del I secolo a.C dalla famiglia senatoria dei Volusii Saturnini da Q. Volusio personaggio noto a Cicerone . La villa passò al figlio L.Volusio Saturnino console del 12 a.C. cui si dovettero le nuove decorazioni a mosaico e soprattutto l’ampliamento del settore giovanile con la costruzione del gigantesco peristilio, al cui interno fu edificato il lararium con le statue degli antenati. La villa sorge su di un terrazzo naturale, in una straordinaria posizione panoramica: ed è strutturata su due livelli distinti da un criptoportico che funge da basamento ai giardini del complesso. Sul livello superiore si imposta la residenza signorile, organizzata secondo un consueto impianto con atrio polistilo, stanze sul lato sinistro, cubicoli e triclinio su quello destro, tablino sul fondo. Il grande peristilio con il lararium si imposta sul fianco destro del quartiere signorile. la decorazione è sobria ma di notevole livello, come dimostrato dai resti della pavimentazione. Il complesso ebbe un’ulteriore fase di ampliamento in età adrianea- traianea e restauri nel III-IV secolo d.C. L’area fu frequentata fino al V secolo .C. quando sulla parte residenziale della villa si impianta un piccolo cimitero. Il sito presenta continuità di vita nell’alto medioevo, allorché vi fu edificato un edificio religioso prima, un piccolo centro fortificato con torri poi, ed infine un casale rustico.




















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